In tutto il mondo civile — o presunto tale — le festività hanno una data fissa. Il 1° maggio? Festa dei Lavoratori. Il 19 marzo? San Giuseppe, Festa del Papà. E guai a chi le tocca. In Repubblica Dominicana, invece, no: qui le feste non stanno ferme. Qui le feste… si spostano.
Non si tratta di scioperi, né di improvvisi ripensamenti religiosi. È semplicemente un’abitudine, tutta caraibica e ben radicata, di "mobilitare" le festività per farle cadere strategicamente di lunedì. Così si crea un bel "fin de semana largo" — cioè un fine settimana lungo — per la gioia dei turisti, degli albergatori e di chi può permettersi una gita fuori porta. Gli altri? Al lavoro, con il sorriso (più o meno).
Prendiamo il 1° maggio, ad esempio. In Italia, in Francia, in Argentina e in buona parte del mondo, quel giorno è sacro: bandiere rosse, concertoni, manifestazioni, grigliate. Qui no. Qui il 1° maggio è un giorno come un altro: ci si alza, si va in ufficio, si timbra il cartellino. La Festa dei Lavoratori, paradossalmente, si lavora. Poi, qualche giorno dopo, ecco la magia: la festa arriva, vestita di lunedì, e tutti al mare come se nulla fosse.
Anche la Festa della Mamma cambia look: invece della seconda domenica di maggio (come da tradizione mondiale), qui viene celebrata l’ultima domenica del mese. Forse per dare tempo ai figli ritardatari di organizzarsi? Un colpo di genio.
Ma il capolavoro assoluto è la Festa del Papà. In quasi tutto il mondo si celebra il 19 marzo, ma non in Repubblica Dominicana. Qui, i papà vengono festeggiati l’ultima domenica di luglio. Quest’anno, proprio dopodomani. Un ottimo pretesto per una grigliata in più, magari con qualche birra fresca e un po’ di bachata in sottofondo. San Giuseppe capirà.
La logica? Turistica, certo. Economica, ovvio. Ma anche poetica, se vogliamo: in fondo, che male c’è a spostare una festa se questo aiuta a goderla meglio? In un mondo che corre troppo in fretta, forse è giusto rallentare. E magari farlo il lunedì.
Morale della favola?
In Repubblica Dominicana anche le feste hanno il passaporto, e non esitano a fare le valigie per regalarti un lungo weekend di sole, sabbia e sancocho.
E allora buon fine settimana lungo a tutti… e auguri, papà! Anche se in ritardo. O in anticipo. O boh.